Se vi va, prendetevi il tempo di leggere queste righe, vi racconterò un po’ di me e di come nella mia professione aiuto gli altri a raggiungere gli obiettivi attingendo fondamentalmente a niente altro che a sé stessi.
Li accompagno attraverso un percorso di Coaching, fatto di più sessioni in funzione alle esigenze, dove camminiamo insieme verso il loro obiettivo.
Un processo creativo basato su dialoghi emotivamente e mentalmente stimolanti.
In questo cammino alla scoperta di sé, il Coachee (Manager, Imprenditore o Sportivo) è stimolato a riflettere, ispirandosi così a sviluppare il suo potenziale.
in maniera più efficace e consapevole i suoi obiettivi, in modo che questi siano chiari e allineati a se stesso e ai suoi bisogni.
gli ostacoli e le sue convinzioni limitanti da nuove prospettive, riconoscendo così tutto il potenziale interiore di cambiamento – chi è veramente.
facendo in modo che le soluzioni emergano da egli stesso, lasciandogli piena autonomia e responsabilità, accrescendo così la capacità di pensiero e presa di decisione.
Sono nato a Camposampiero, in provincia di Padova; qui ho potuto crescere giocando nei campi e frequentando le scuole di paese.
Un salto fuori dalla mia comfort zone è avvenuto alle scuole superiori, avvicinandomi alla realtà cittadina di Padova, dove ho frequentato l’Istituto Tecnico per Geometri conseguendo il diploma nel 1997.
L’anno seguente, nel 1998, ho svolto il servizio di leva al 7° Reggimento Alpini della Brigata Julia e ho conseguito la specializzazione di Fuciliere dopo molteplici esperienze vissute in varie parti d’Italia.
Da lì ho investito le mie energie per crescere all’interno dell’azienda, avanzando di grado fino a diventare Sales Manager. Ringrazio ancora oggi per quell’opportunità che mi ha permesso di conoscere molti professionisti italiani ed internazionali.
Ho avuto la fortuna di maturare sia in un ambiente familiare che in un ambiente professionale, entrambi sereni, che mi hanno permesso di prepararmi ad affrontare le difficoltà che prima o poi arrivano nella vita di una persona, quelle che destabilizzano e che richiedono tutto l’allenamento degli anni precedenti per essere superate.
Ero a Londra per lavoro, ho ricevuto una chiamata che mai dimenticherò: dall’altra parte del filo una voce mi ha avvisato che, quel mio caro amico che mi aveva introdotto in questo lavoro, aveva fatto un incidente stradale ed era in coma.
Il mondo mi è crollato in un secondo, tornato in Italia ho visto con i miei occhi e ho provato con tutto me stesso la forza destabilizzante della realtà. Ero incredulo. Poi ho attraversato le altre fasi del trauma, prima il rifiuto, poi la rabbia, infine la rassegnazione.
Di fronte ad un evento come quello, in me come potevano non cambiare le priorità?
Il cambiamento è un percorso lento, carsico, prima erode parte di quello che sei stato fino a prima per fare spazio al nuovo te. Ma quel processo di erosione è doloroso e fino a che non si riscopre la propria forza interiore, rischia di tenerti ancorato alla tristezza. Impantanato.
In quel momento ho realizzato di non avere più certezze economiche, di non averne proprio, di certezze sulla vita, solo alcune persone.
Tutti i brutti pensieri sono diventati martellanti, non mi lasciavano più in pace, mi sentivo uno zombi che camminava, non mi riconoscevo più.
Ma nonostante avessi perso il lavoro che amavo e facevo da anni, sentivo anche un grande senso di libertà.
Facile, no? Per aprirla, a dire il vero pochi giorni, ma per superare quella sensazione di non essere in grado di farlo...
Del resto, come potevo io, un ragazzo cresciuto in un paese di provincia, diventare imprenditore?
Posso riassumere questo momento nel ricordo di me undicenne che si sente troppo esile per giocare nella squadra di alta categoria a cui mi avevano indirizzato.
Mi sono creato un piano d’azione. Con consapevolezza, ho messo in campo anche i pensieri limitanti che avevo e sforzandomi di guardarli da altri punti di vista, ho trovato nuove strategie per trasformarli in opportunità.
Ho scavato in fondo a quei momenti di crisi vissuti e ricordo in particolare due messaggi che rileggevo più volte in quei periodi. Due messaggi che mi hanno ispirato e permesso di risalire il pozzo comprendendo quanto dentro di noi esistano già le risorse, ma che per mobilitarle bisogna amarsi.
Uno mi è stato regalato al mio congedo da militare. Mio padre mi aveva scritto una lettera. Quella lettera terminava con un augurio, un consiglio, che non avevo mai veramente colto nella sua potenza umile. L’augurio diceva:
Il secondo. Questa volta una pergamena che qualche anno prima, sempre quell’amico dell’incidente, mi aveva regalato. Parlava del coraggio. Spiegava che questa espressione umana è un’azione di riflesso alla paura. Che aver paura significa essere vivi e che agire contro la paura, con coraggio, significa essere uomini.
Ad ottobre 2008, nel bel mezzo di una crisi economica mondiale, ho aperto la mia attività di distribuzione cosmetici; ho creato una rete commerciale e una struttura logistico amministrativa che mi hanno permesso di aumentare il fatturato anno dopo anno e di essere riconosciuti nel territorio come realtà affidabile per qualità di prodotti e servizi offerti.
Nel 2018 ho progettato quello che è diventato un mio brand, che si chiamerà non a caso “Ooltre”. Il brand fornisce servizi esclusivi basati sulla mia esperienza e su ciò che questa mi ha insegnato, a supporto dei professionisti del settore Beauty che desiderano migliorare le proprie competenze e performance.
Il running, dove è l’obiettivo a darci la forza;
il tennis, in cui senza una mente libera e controllata si perde;
il karate, che sfrutta, se necessario, la superiore forza dell’avversario a proprio vantaggio;
il calcio, che insegna la forza moltiplicatrice della collaborazione.
Il 28 ottobre 2016 è nato mio figlio Cesare ed è la cosa più bella che mi sia mai capitata. In quel primo istante, ho capito che cos’è la vita e quanto per viverla a pieno abbiamo bisogno di coraggio.
Tutto il resto è amore.